Il dono di un’aurorale pittura

Nel settembre 1922 una ragazzina minuta e graziosa, di nome Fiore Brustolin, allestì la sua prima mostra personale a Pieve di Cadore, su invito delle autorità, esponendo le opere eseguite quell’estate, mentre era in vacanza nella zona.
Aveva poco più di vent’anni, essendo nata a Piove di Sacco il 17 febbraio 1901. Ma aveva un talento artistico formidabile. Due anni prima aveva superato brillantemente, all’Accademia di Venezia, gli esami di abilitazione all’insegnamento. Ettore Tito la considerava la sua migliore allieva.
Poco sappiamo di quella mostra a Pieve. Restano alcune testimonianze, tra cui la locandina da lei stessa dipinta, che raffigura un’ala aperta simbolicamente al volo. Vennero esposti vari dipinti e disegni, tra cui alcune deliziose tavolette raffiguranti proprio il paesaggio cadorino. Fiore era brava soprattutto nella figura: ed era talmente brava che, dopo aver concluso i corsi all’Accademia nel 1925, aprì l’anno dopo a Venezia un suo atelier. Qui insegnava pittura: cosa non rara ma unica per una donna allora.






Roma. Il grande cupolone da Tor Millina - 1939
Olio su cartone - Roma, Collezione dell'artista








Ritratto di giovane pensieroso, 1924
pastello monocromo su carta


Ci si è chiesti: come mai un talento così precoce non ottenne poi quella fama che si sarebbe meritata? La risposta è semplice. Fiore nel 1929 si sposò, prendendo il cognome del marito Giorgio Zaccarian. Si trasferì prima a Genova, poi a Milano, infine nel 1933 a Roma. I veneziani, in sostanza, la persero di vista. Altrimenti sarebbe stata probabilmente protagonista col gruppo che si impose intorno al 1930 (i Novati, Seibezzi, Mori, Dalla Zorza, Varagnolo). Nella capitale Fiore Brustolin continuò a dipingere, a ottenere riconoscimenti e successi: ma la sua pittura appariva ben lontana dal gusto imperante della “scuola romana” di allora, intrisa com’era di fresco colorismo veneto.
Soltanto dopo la sua morte (6 agosto 1995) la pittrice fu riscoperta e salutata come una felice sorpresa. Vennero allestite varie mostre e pubblicata una fondamentale monografia (Electa). Ora s’è pensato di dedicarle una mostra proprio a Pieve, cittadina dove ella colse i primi allori espositivi.
È una mostra suddivisa in cinque sezioni diversamente ubicate che parte dalla sede della Magnifica Comunità. Nel glorioso palazzo sono esposti i suoi precoci saggi artistici, comprese alcune opere che sicuramente vennero presentate colà proprio nel 1922. Poi il percorso della mostra si snoda nella Sede Municipale, dove spiccano le vedute di città oltre che i fiori e le nature morte; nella casa di Tiziano l’Oratore pure a Pieve, con opere a carattere sacro; nella Sala Pubblica di Tai di Cadore, in cui prevalgono le figure e i nudi; nonché nel Museo dell’Occhiale dove si trova una serie di bellissimi disegni, per lo più inediti.

Paolo Rizzi






Fiore B. Zaccarian a Pieve di Cadore





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fiore b. zaccarian a piove di sacco