INTRODUZIONE
Quando nell’aprile 1920 la diciannovenne Fiore Brustolin superò all’Accademia di Belle Arti di Venezia gli esami di abilitazione all’insegnamento del disegno nelle scuole medie, peggiore momento per l’arte veneziana non poteva essere immaginato. Nel giro di due anni ella aveva assistito alla dissoluzione delle grandi illusioni di Ca’ Pesaro. La stagione dell’avanguardia era miseramente finita. La morte di Moggioli e Boccioni durante la guerra, la partenza di Casorati da Verona e la già incipiente follia di Gino Rossi avevano sfaldato il gruppo guidato da Nino Barbantini. Tutto il clima a Venezia - non solo culturale - era cambiato. Al “sindaco d'oro” Filippo Grimani, che capeggiava da anni una giunta di base cattolica, era successa, con la crisi, una gestione commissariale al Comune. Il piccolo “ritorno all’ordine” veneziano si inseriva nel grande “ritorno all’ordine” post-bellico europeo.


Ritratto di Giorgio Zaccarian da studente - 1924
Olio su tela - Roma, Collezione dell'artista






Ritratto di ragazza su fondo rosso - 1922
Olio su tela - Roma, Collezione dell'artista




Fiore Brustolin, gentile ragazza di Piove di Sacco, che risiedeva a Venezia alle Canossiane per studiare pittura, si trovò in un’Accademia di Belle Arti in cui prevalevano ancora (per poco: fino al 1927) i “parrucconi” guidati dalle consorterie dei Ciardi e dei Tito. Aveva circa la stessa età degli altri giovani che avrebbero poi dato vita, intorno al 1928-30, alla stagione post-impressionista veneziana, chiamata (magari impropriamente) Scuola di Burano. Mario Varagnolo e Luigi Scarpa Croce erano della sua stessa classe, 1901; di poco più anziani Marco Novati, Neno Mori, Cosimo Privato, Eugenio da Venezia; più giovani di due anni Carlo Dalla Zorza e Aldo Bergamini; più giovane ancora (1906) il più precoce di tutti, Fioravante Seibezzi, alfiere del nuovo vedutismo. Questo era il gruppo che avrebbe poi formato il nerbo della “seconda generazione capesarina”, certo meno audace di quella dei Rossi, Moggioli e Martini, e ormai irrimediabilmente inserita nella nostalgia.



L’opera di Fiore B. Zaccarian va dal 1922 al 1989 e si può idealmente suddividere in sette sezioni:
1. Gli Inizi – Il Periodo Veneziano
2. Gli Anni ‘30: Genova, Milano, Roma
3. I Ritratti
4. I Nudi
5. I Luoghi
6. Nature Morte
7. Arte Sacra

Un'ultima sezione, denominata I Testi, intende fornire le note bibliografiche relative ai testi utilizzati in aggiunta ad un compendio bibliografico più generale.





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