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NATURE MORTE
Altre due tematiche, meno esperite, di Fiore Zaccarian sono quelle degli interni e della vera e propria natura morta.
Nell’Interno con frutta e figure (1937) prevale il gusto olandese delle fughe prospettiche quasi speculari (Peter de Hoch, Terborch): la bimba in primo piano si mescola, con brillantezza cromatica, al rigoglio della frutta e verdura; ma il fondo resta scuro, con l’apertura della porta attraverso cui si distingue la mamma in cucina. È un piccolo capolavoro (e forse ricorda persino Tintoretto).
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Interno con frutta e figure - 1937
Olio su tela - Roma, Collezione privata
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Natura morta con ritratto biondo - 1955
Olio su tela - Roma, Collezione dell'artista
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Dagli interni si passa agli oggetti posati sul tavolo. Qui l’opera più interessante del periodo romano è forse Lo spuntino con aringhe (1935) dove c’è sicuramente il ricordo di De Pisis (proprio in quel 1935 il pittore espone diciotto tele alla seconda Quadriennale) ma volto ad una scioltezza quasi liquida di stesure, che ha invece altre matrici, fors’anche veneziane.
Due aringhe affumicate
Riunisce qui alcuni elementi che caratterizzeranno anche le opere successive: il modo di disporre gli oggetti, la sicurezza pittorica e la fedeltà al vero. In effetti la tavola con le aringhe qualificherà sempre più la pittrice come attenta osservatrice della natura. Dipingere nature morte sarà una costante, un modo per conoscere le infinite possibilità che gli oggetti, motivi inanimati, possono offrire alla sensibilità artistica. [...] Qui l’annullamento della profondità rimanda alla posizione degli oggetti stessi, tra cui le due aringhe in primo piano che accentuano l’effetto coloristico e rappresentativo.
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Tre aranci - 1985
Olio su tela - Roma, Collezione dell'artista
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Due fragolini - 1948
Olio su tela - Roma, Collezione dell'artista
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Le stesse predilette nature morte implicano una metaforica vitalità, scelte e disposte, interpretate in funzione di un sentimento, un’emozione, quasi uno specchio di interiorità.
[Tre aranci - 1985]
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