I RITRATTI
Naturalmente il tema della figura, e soprattutto quello del ritratto, non spaventava la pittrice; e men che meno quello del nudo. Anche nel periodo romano, e fino almeno agli anni Settanta, si susseguono ritratti di parenti e amici: da quello elegantissimo sul blu di Claudia Campini (1955) che riprende Tiziano a quello così commovente, dai toni sfocati, di Il nonno alla scrivania (1970) che ricorda Bonnard.
Due opposti poli: due quadri sempre e comunque “veri”, oltre che condotti con maestria.
Va sottolineato che l’artista si adatta sempre perfettamente alla psicologia dei personaggi: ad esempio in Assuntina (1946) spicca l’eleganza compassata e aristocratica, sottolineata dal bel passaggio tra le masse chiare del volto e delle mani, che spiccano sul vestito blu.
Al contrario in Paolo in tenuta da scherma (1944) emerge nell’atteggiamento del ragazzino (e nella sua splendida resa pittorica) una sorta di disagio psicologico: da una parte il carattere evidentemente timido, dall’altra la tenuta “importante”, di cui egli si sente fiero e nel contempo imbarazzato. Aggiungiamo: pittoricamente felici sono i cangiantismi di rosa e azzurri sulla divisa bianca.





Ritratto di Claudia Campini - 1955
Olio su tela - Roma, Collezione dell'artista






Assuntina - 1946
Olio su tela - Bassano del Grappa, Museo Civico

Un simile effetto cromatico si nota in La romana (ritratto di Anita), 1946, ma con un diverso impianto psicologico: altero e distaccato, secondo i canoni cinquecenteschi.
Talvolta la Zaccarian tenta scorci più spigliati, cioè più impressionistici nel gioco della torsione plastica e della luce; talaltra accentua tratti di eleganza manieristica, giocando sulle curve delle silhouette femminili.







La romana (ritratto di Anita) - 1946
Olio su cartone - Cortina d'Ampezzo, Museo Rimoldi









Riposo nel bosco - 1949
Olio su tela - Roma, Collezione dell'artista







Ritratto di Lakmé Pabis - 1955
Olio su tela - Roma, Collezione dell'artista



Il nonno alla scrivania - 1970
Olio su tela - Roma, Collezione dell'artista

Il nonno alla scrivania
Quasi tutti i ritratti della Zaccarian sono stati realizzati in un dialogo particolare e intimo tra l’artista e il modello, in cui il modello osservava o scrutava la pittrice, mentre quest’ultima si concentrava unicamente sul soggetto. Qualche volta il personaggio ritratto, però, poteva diventare esso stesso un elemento tra i tanti delle sue rappresentazioni. Questo mescolare le persone con gli oggetti si verifica soprattutto nei dipinti eseguiti negli ultimi anni. Giorgio Zaccarian, nella sua posizione di accanito lettore, è stato qui identificato con lo studio; egli appare seduto alla scrivania, intento a leggere un’infinità di libri, per ore e ore. L’immagine è resa con pochi tratti, grandi stesure di colore con rapide pennellate, al fine di trasmettere l’impressione di un interno.





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